Mammendorf: una rivolta coraggiosa salva il villaggio dallo scenario horror delle SS!
Scopri come Mammendorf fu salvato dalla minaccia della guerra nel 1945 e il lato oscuro della liberazione da parte dei soldati americani.

Mammendorf: una rivolta coraggiosa salva il villaggio dallo scenario horror delle SS!
Il 30 aprile 1945 i soldati americani entrarono a Monaco, un momento cruciale nella fase finale della Seconda Guerra Mondiale. La situazione era particolarmente tesa nella città di Mammendorf, conosciuta come roccaforte nazista. Il parroco locale Martin Bauer descrive le condizioni caotiche in cui erano pronti i fucili difensivi e le granate a razzo, e ricorda i raid aerei del 29 aprile che spaventarono la popolazione. Le SS minacciarono anche di fucilare chiunque avesse alzato la bandiera bianca, simbolo di resa e di pace.
Gli abitanti del villaggio superarono questa paura con un atto di coraggio: uno sconosciuto issò quattro bandiere bianche sulla torre di San Nicola. Questo atto coraggioso portò direttamente alla resa delle truppe delle SS e salvò il villaggio da ulteriori atti di violenza. L'invasione delle truppe americane nelle vicine città di Adelshofen e Luttenwang si è svolta pacificamente, mentre a Jesenwang una bomba a uovo ha ferito mortalmente un residente.
Le ombre della liberazione
Ma il periodo successivo alla Liberazione non fu caratterizzato solo da sollievo. A parte le esperienze positive di alcuni abitanti del villaggio che hanno ricevuto sigarette dai soldati americani, altri hanno riferito di incidenti più brutali. A Gernlinden, ad esempio, tre donne sono state vittime di stupro da parte di soldati americani il 3 maggio. Saccheggi si sono verificati anche a Maisach e Grunertshofen. Lì, i saccheggiatori italiani e polacchi iniziarono a invadere i villaggi e ci furono notizie dell'omicidio di un contadino a Luttenwang.
Il documentario della ZDF “America’s Dark Secrets” affronta gli attacchi meno conosciuti dei soldati americani durante la seconda guerra mondiale. Nel programma che andrà in onda il 5 maggio i registi Annette Harlfinger e Michael Renz mettono in luce il fatto che non tutti i soldati sono diventati colpevoli, ma molti sono stati influenzati dagli orrori della guerra. Si stima che nel 1944/45 oltre 190.000 donne tedesche furono violentate dai soldati americani, mentre l'argomento rimase a lungo tabù. Gli storici stimano che nella sola Baviera siano avvenuti diverse migliaia di crimini sessuali.
Una visione differenziata della guerra
Il documentario esamina anche i crimini di guerra commessi dalla Wehrmacht e dalle SS e mostra le differenze tra i crimini dei soldati sovietici e quelli americani. Questa differenziazione è importante perché in passato i crimini dell’Armata Rossa erano spesso in primo piano. Storici come Sönke Neitzel aiutano a comprendere meglio le sfumature grigie di questa storia complessa e chiedono che gli eventi vengano chiariti.
Il sistema giudiziario militare statunitense ha indagato solo su alcuni casi di crimini di guerra contro civili e soldati tedeschi. Molti dei crimini sono stati tenuti segreti, il che rende difficile venire a patti con quello che è successo fino ad oggi. La storica Miriam Gebhardt critica la mancanza di dati attendibili e il fatto che gli storici tedeschi spesso evitino l'argomento per paura di relativizzare i crimini nazionalsocialisti.
Gli eventi del maggio 1945, le esperienze e i successivi danni continuano ancora oggi a plasmare il discorso sulla liberazione della Germania. Guardare il lato oscuro della liberazione è necessario per tracciare un quadro completo della storia.